Qualche tempo fa alcune mie studentesse di Naba, Nuova Accademia delle Belle Art, hanno voluto prendere il mio brand ad esame, per un progetto da presentare durante un corso del triennio.
Analizzandolo e chiaramente studiandone i diversi aspetti, non meno quello di Intervistarne la Designer. Da qui è nata un’intervista che bene spiega la nascita di My Golden Cage.
Come è iniziata la sua passione per la gioielleria?
Tutto è iniziato come un hobby, manipolando tutto quello che trovavo dai bottoni ai pull zipper, vecchi archivi accumulati lavorando in azienda, successivamente mi sono focalizzata sul denim la mia prima passione, per esigenza di colore sono arrivata alla pelle, un materiale che conosco molto bene avendo sempre lavorato per aziende che producono capi spalla in pelle e pelliccia e poi da lì un crescendo. La realtà è che avevo la necessità creativa di realizzare qualcosa a mano, di creare e lo fatto con quello che mi veniva più istintivo. Ovviamente poi dal semplice provare ho studiato e mi sono specializzata in oreficeria per meglio intendere cosa stavo facendo, sia per una crescita professionale che per far crescere la mia collezione.
Quando e perché ha deciso di creare il suo brand?
Dopo varie sperimentazioni ho iniziato a creare i primi pezzi abbinandoli tra loro per forme, colori, idee facendomi spesso ispirare dai materiali stessi (cosa che faccio ancora adesso) così facendo ho creato delle piccole collezioni, d’altronde il mio background mi porta a questo, quindi poi creare il brand è stata una conseguenza, non poteva rimanere un lavoro fine a se stesso doveva prendere forma e concretizzarsi anche per una maggiore credibilità. Se mi guardo indietro vedo ogni passo ed ogni risultato raggiunto, per me sono sempre piccole vittorie personali ed ogni una ha il suo perché, non c’è futuro senza storia diceva qualcuno, ed io sto scrivendo la mia.
Quanto valore ha il made in Italy oggi?
Realmente non so, credo che sia sempre visto come sinonimo di pregio e qualità, ad oggi non so quanto quest’etichetta sia sempre vera o reale, visto che è un po’ usata senza controllo, spesso si sente nella moda di produzioni fatte all’estero e poi finite in Italia, questo è considerato made in Italy, ma in realtà dovrebbe essere realizzato interamente in Italia partendo dalla materia prima. Io come Artigiana conosco ogni singolo passaggio di ogni mio pezzo che è rigorosamente fatto a mano e fatto qui in laboratori Italiani, il mio si che è un vero made in Italy, peccato che non se ne comprende il valore e la differenza sempre.
Qual è la sua maggior fonte d’ispirazione?
Io sono una vorace di ricerca, sono continuamente alla ricerca d’ispirazione, guardo, osservo e metabolizzo tutto quello che mi circonda e che mi piace. Principalmente sono affascinata dal design e dalla fotografia, raramente guardo il fashion se non emergenti. Poi mi appassiona l’arte moderna e contemporanea anche se abbraccia davvero molti campi oggi, dalla musica al multimediale quindi è un bacino molto ampio dove trarre le proprie tendenze.
Perché “ My Golden Cage”, da dove nasce questo nome?
My Golden Cage nasce da una canzone che durante il mio periodo “spagnolo” ascoltavo spesso, si chiama “Allegro ma non troppo” di un gruppo indipendente, in quel periodo ogni parola di quella canzone calzava a pennello con quello che stavo vivendo …”usignolo in una gabbia d’oro”…e continuavo a pensarci, mi tornava in mente sempre questa strofa allora da lì My Golden Cage, la mia gabbia d’oro, il mio spazio esclusivo, personale, dorato, intimo, da cui fuggire o in cui riffuggiarmi, un foglio bianco , il mio sfogo creativo come mi piace tanto definirlo, questa è My Golden Cage, la mia collezione, la mia libertà di pensiero ed espressione, la mia ossessione per quell’istinto innato ed irrefrenabile di ricercare qualcosa di bello, per me e per chi lo sa comprendere.